132 ANNI DEL CARNEVALE DI VIAREGGIO
IL BURLAMACCO
Il Burlamacco fu dipinto sul manifesto del Carnevale 1931. Senza il
nome. Prima di ottenerlo passeranno otto anni.
1939: L'ideatore della maschera e del nome, Uberto Bonetti,
ha riferito che fu il Comitato Carnevale a chiedergli, nel 1930, di
preparare il manifesto del 1931 e che, prova che ti riprova, si ritrovò
sul tavolo da disegno un pagliaccio con un "puzzIe" d'indumenti
sottratti alle maschere italiane della Commedia dell'Arte: una tuta
a scacchi biancorossi suggerita dal vestito a pezzi di Arlecchino, un
ponpon da cipria rubato dal camicione di Pierrot, una gorgiera bianca
e ampia alla Capitan Spaventa, un copricapo rosso a imitazione di quello
in testa a Rugantino, un mantello nero svolazzante, tipico di Balanzone.
Al fianco di Burlamacco, Bonetti disegnò una figurina di bagnante,
con costume castigato come d'uso negli Anni Trenta, per comunicare che
Viareggio era la città del Carnevale e dell'Estate. Fu sempre
il Comitato - nella versione dello stesso Bonetti - a sollecitarlo a
dare un nome e al pagliaccio e alla bagnante. Bonetti che perseguiva
il progetto di un giornale umoristico al quale avrebbe fornito le vignette,
firmandole Burlamacco, trasferì lo pseudonimo alla maschera;
per la bagnante inventò il nome di Ondina.
Il nome Burlamacco fu suggerito a Bonetti da Buffalmacco, pittore fiorentino
e personaggio del Decamerone. Bonetti sostituì la radice "buffa"
con "burla"; ma un contributo gli dovette arrivare anche dal
cognome lucchese Burlamacchi, già utilizzato per il canale del
porto, il Burlamacca.
1939: Il nome Burlamacco piacque subito, non solo al Comitato,
ma anche alla città e fu assegnato alla maschera durante un veglione
in casa Speziali, in via Mazzini, con tanto di battesimo a champagne.
La cerimonia ebbe come testimoni gl'invitati alla festa da ballo. All'avvenimento
fu data l'ufficialità di un atto trascritto su una pergamena,
firmata dal Bonetti e controfirmata dai rappresentanti del Comitato
dell'Azienda Turismo e del Dopolavoro. Nella stessa occasione fu dato
il nome di Ondina alla bagnante. Sul manifesto di quell'anno non figurò
tuttavia Burlamacco, ma un pagliaccio a mezzo busto, non proprio dissimile
da lui, vestito di bianco come Pierrot.
1946: Fin dal primo corso del dopoguerra Burlamacco tornò
sul manifesto. Da solo. Ondina non la si vedrà più sui
manifesti di Bonetti, fino al 1980, tolta la parentesi del biennio 1961-62
quando sarà riproposto il manifesto del 1931.
1967: Bonetti apportò alcune modifiche stilistiche alla
maschera. Rappresentò Burlamacco a mezzo busto e fece ricorso
alla tecnica del finto collage, alternando i colori bianco e rosso ai
colori bianco e nero. In testa alla maschera pose un copricapo color
cremisi.1973: Burlamacco ebbe dal suo disegnat una seconda modifica
di rilievo: indossò costume a scacchi quadrati.
1980: Ondina riapparve a fianco di Burlamacco con indosso un
bikini bianco; a Burlamacco Bonetti riservò un vestito a fondo
bianco crema, macchiato da trapezi e triangoli vermigli.
1990: Burlamacco nel manifesto di Bonetti assunse un atteggiamento
più disinvolto, dinamico, decisamente innovativo, rispetto all'iniziale
concezione a forma di croce d Sant'Andrea.
Il 21 dicembre 1988 Burlamacco entrò, come maschera ufficiale
del Carnevale di Viareggio, al Museo delle Arti e delle Tradizioni popolari
di Roma. Il manichino, fedele al disegno originale di Uberto Bonetti,
indossa un costume realizzato dalla Casa di Mode Cerratelli di Firenze.
La testa, ovviamente, è di carta a calco, ed è stata prodotta
dai costruttori dei carri. Una figura monumentale in carta a calco di
Burlamacco è esposta al Museo dell'Uomo di Parigi. Ai piedi della
"statua" è stata collocata una didascalia, corredata
dalla foto di un mascherone sul litorale viareggino.
Fonte:
Immagini e testi forniti da www.ilcarnevale.com