MARINA DI PIETRASANTA - Itinerari della Versilia
LA
STORIA
Molto antichi sono gli insediamenti umani nel Comune, più recente la fondazione
della città, che risale alla metà del 1200.
Prima della fondazione le terre di Pietrasanta sono divise tra i signori di Corvaia
e Vallecchia e i vari canonici abati a cui facevano riferimento comunità,
Chiese e Pievi della zona. Il luogo di insediamento della città è
dominato dalla Rocca di Sala, risalente al periodo longobardo. Là caratteristica
più saliente della zona è che sul territorio transita la via romana
Emilia Scauri, poi Francigena, che collega il nord d'Italia, la Francia e oltre
con Roma. Percorso obbligato e di grande importanza dal punto di vista strategico,
dunque oggetto di grandi interessi militari e politici.
La fondazione della città avviene dopo che l'intervento dell'imperatore,
tramite il duca di Milano, aveva messo definitivamente a tacere i signorotti del
luogo che avevano creato, con le loro faide, non pochi problemi. Il Podestà
Guiscardo da Pietrasanta fonda la città sul modello delle città
franche o terre nove e la ubica in quel luogo perché molto importante dal
punto di vista strategico e di controllo delle comunicazioni Nord - Sud. La città
ha un ulteriore impulso con Castriuccio Castracani, che la fortifica con una Rocchetta
ad Ovest e le mura che collegano la Rocca di Sala con le mura cittadine. Finito
il momento di Castruccio, Lucca non è più in grado di controllare
tutto il vasto territorio e, fra le altre terre, dovrà cedere anche Pietrasanta
che, nel tempo, ha varie dominanti: Pisa, Genova, Firenze, nonché Lucca
stessa. Nel riassetto dei domini che segue la discesa di Enrico VIII, Pietrasanta
è contesa tra lucchesi e fiorentini. I contendenti si rivolgono al Papa
che, con lodo dei 1513, assegnerà Pietrasanta e tutto il suo territorio
- che comprende quelli che oggi sono i comuni di Stazzema, Seravezza, Forte dei
Marmi -, a Firenze. Con Cosimo I Pietrasanta diviene sede di Capitano di Giustizia e importante centro
sia militare che economico. I Granduchi saranno interessati alle ricchezze minerarie
e al loro sfruttamento a cominciare dal marmo delle Apuane fino al ferro della
valle di Valdicastello, passando per i vari altri filoni metalliferi presenti
in vari siti del territorio. Le attività minerarie, escluse quelle dei
marmo e del ferro, si riveleranno poco redditizie e quindi, in epoche diverse,
verranno cessate, ma l'interesse per il Capitanato da parte dei granduchi rimarrà
notevole. Economia, politica e militare, fino al momento dell'unità d'Italia,
continueranno ad avere grande importanza e a produrre una vivacità particolare
che ancora caratterizza il Comune.