132 ANNI DEL CARNEVALE DI VIAREGGIO
LIBECCIATA E MASCHEREIDE
Il Carnevale 1954 regalò a Viareggio la Libecciata, prima banda
folcloristica della città. Sempre in testa al corteo carnevalesco,
divenne la messaggera nel mondo dei carri allegorici.
1953: per il terzo anno, ad aprire il corso mascherato il Comitato
Carnevale chiamò la "Rumpe e streppa", banda di suoni
e colori proveniente da Finale Ligure. La Libecciata s'ispirò
proprio alla "Rumpe e streppa". Il nome fu suggerito dal vento
di libeccio: una folata calda, perché la Libecciata fu pensata
come una fanfara, un soffio di note per le strade di Viareggio. L'idea
prese a circolare fra i tavoli del Bar Bengasi, all'angolo di Via Puccini
- Via Cairoli, suggerita da Fausto Bemi ed incontrò l'immediata
approvazione di Rodolfo Puccetti, Luciano Marcucci, Vittorio Bresciani,
Stefano Sciarra, Aldo Bolelli che formarono il nucleo dei fondatori.
Il 23 novembre Fausto Bemi fu eletto presidente del Comitato per la
Libecciata. Per le divise fu indetto un concorso. Su dieci proposte
fu scelta quella contrassegnata con la parola "Delfino" e
la busta chiusa che l'accompagnava, invece di contenere le generalità
dell'autore, segnalò un nome: Burlamacco. Fu immediata l'identificazione:
sotto lo pseudonimo della maschera viareggina si celava Uberto Bonetti.
1954: L'esordio della Libecciata fu doppio. Prima al Politeama
per la "Festa della Canzonetta". Poi sui Viali a mare la seconda
domenica di Carnevale, davanti alle macchine da presa della neonata
Televisione italiana che per la prima volta intervenne ai corsi mascherati.
Fra gli spettatori due grandi attori americani: Homprey Bogart e Lauren
Bacall. Ai viareggini piacque subito: centoventi elementi in divisa
stravagante, muniti di strumenti musicali e di oggetti bizzarri e rumorosi,
guidati da una ragazza bionda con tutto quello che occorre al posto
giusto, in giacca corta e pantaloni aderenti. Un gran colpo d'insieme.
Divise biancoazzurre come il mare increspato dal vento, i suonatori
in proscenio e dietro i rumoristi, tutti su cinque file, ognuna con
in testa un tamburo maggiore: e alle spalle della bionda, nel ruolo
di mazziera, un manipolo di finti gendarmi col casco coloniale. Dopo
lo schieramento degli ottoni tirati a lucido, i rumoristi con arnesi
di foggia diversa: pesci, polpi, ostriche, cavallucci... di legno colorato,
con campanelli, fiocchi, strisce.
La presidenza del Consiglio di amministrazione della -Libecciata",
strutturato come una società, fu assunta da Rodolfo Puccetti.
Direttore musicale divenne Vittorio Bresciani che, in seguito, si avvalse
della collaborazione di Felice Questa. Ai libeccini fu assegnato anche
un istruttore ginnico e il compito lo assunse Aldo Bolelli, insegnante
di educazione fisica. La Libecciata ebbe un "suo" inno, musica
di Vittorio Bresciani, parole di Rodolfo Puccetti: "E' qui giunta
col soffio del libeccio, che dal mare spira e l'onde fa ingrossar, questa
balda gioventù.". La prima mascotte fu Maria Grazia Billi.
Una leggenda. Le succedettero nel tempo Maria Grazia Corfini, Lucia
Voglini, Maria Conti, Giovanna Bertozzi, Giovanna Bascherini, Gigliola
Sbragia, Giuseppina Tonetti, Betty Venturini, Marina Campisti, Donata
Sasso, Margherita Fuloni, Tersilia Lazzerini, Luciana Vannucci, Marta
Costa, Bruna Di Scala, Cinzia Bernardetti, Daniela Mazzucchi, Michela
Della Longa, Monica Solaini....
Ila Libecciata, dopo l'apparizione sugli schermi della televisione alla
testa 1Akdel corso mascherato in Italia e all'estero, arrivarono richieste
di partecipazione alle feste di mezza Italia e di molti paesi d'Europa.
1955: nei primi tempi, e negli Anni Sessanta, la Libecciata
fece molte improvvise apparizioni a Viareggio, anche in estate. Come
una repentina "spazzata" di vento carica di musica, la banda
attraversava la Passeggiata offrendo ai bagnanti un "assaggio-
di Carnevale. Le prime trasferte in Italia portarono la Libecciata a
Pistoia e La Spezia; poi ad Adria, Assisi, Bergamo, Corno, Bari, Bologna,
Firenze, Milano, Ferrara, Napoli, Perugia, Pesaro; in alcune città
più e più volte, Trieste, Tivoli, Terni, Venezia, Impossibile
citarle tutte, Sondrio, Varese, Verona, Ventimiglia.
All'estero fu applaudita nelle strade di Parigi, Monaco di Baviera,
Cannes, Digione, Ginevra, Salon en Provence, Aix les Bains, Neufchateau,
Locarno, Ascona, Lugano, Remiremont, Shongau, Evian, Marsiglia, Basilea,
Le Mans, Saint Chamont, Nancy ...
1971: rinnovata nelle divise e dotata di nuovi strumenti-fantasia,
la Libecciata si presentò con la mazziera attorniata da un nugolo
di majorettes.
1972: il Comitato promosse il reclutamento d'allievi musicanti
dai 9 ai 12 anni con l'obiettivo di istituire una "Minibanda dell'allegria".
L'iniziativa non andò a segno.
1974: il Ventennale della Libecciata sarebbe dovuto essere festeggiato
con lo svecchiamento dei ranghi, delle divise, degli strumenti ritmici
dalle forme stravaganti. Non fu così. Nella sfilata sui Viali,
la banda del Carnevale mise in mostra tutto il logorio delle divise,
l'usura degli strumenti, il calo delle schiere, sintomi della necessità
di provvedere, e presto, a un rinnovo. Negli anni che seguirono le difficoltà
d'ordine economico della Libecciata, le complicazioni derivanti dalla
necessità di reclutare musicisti e rumoristi fuori Viareggio,
gli inciampi di una palese incomprensione da parte e del Comune e del
Comitato, segnarono ulteriormente il progressivo degrado.
1981: fu l'anno dell'ultima apparizione della Libecciata alla
testa del Corso mascherato. Il gennaio, durante i preparativi di Carnevale,
il presidente Rodolfo Puccetti lasciò l'incarico per motivi di
età e di salute. La presidenza della banda del Carnevale fu assunta
da Osvaldo Livi. Il ruolo di direttore musicale fu coperto dal Maestro
Anselmo Pulga. Sia il Livi sia il Pulga si fecero interpreti di un appello
disperato alla città: "La Libecciata sta morendo d'inedia".
Restò inascoltato.
1984: la Lotteria nazionale fece nascere la speranza che la
Libecciata potesse ottenere un finanziamento che la conducesse a rivivere.
Ma non ebbe risposta alle richieste.
1986: una sottoscrizione aperta fra i cittadini fruttò
un bel nulla. I giornali riportarono i termini di una delibera comunale
che assegnava venticinque milioni alla Libecciata e si parlò
di un rinnovamento che sarebbe iniziato proprio dalle divise, ridisegnate
da Renato Spinazzola. Il contributo del Comune, depositato in una banca,
non è mai stato prelevato. Con l'avvento della Fondazione Carnevale
il progetto "Nuova Libecciata" fu accantonato.
1987: Nella Fondazione si fece strada la proposta di istituire
una banda del Carnevale, diversa dalla Libecciata: altro il nome, maggiore
il numero dei musicanti, minore l'insieme dei rumoristi e largo a un
terzo settore, quello delle maschere. Per la nuova banda fu scelto il
nome "Maschereide", tratto dalla canzonetta ufficiale del
1992 di Maffei-Sadun. Il compito di formare l'insolito complesso fu
assunto dalla Filarmonica "Giovanni Pacini" e l'animatore
numero uno del progetto divenne Giovanni Mazzoni.
1989: il 21 gennaio avvenne la prima uscita ufficiale di Maschereide,
schierata sotto la pensilina della stazione ferroviaria nell'attesa
del Treno d'Europa. Un centinaio di musicisti costituì il settore
più cospicuo del complesso. Fu il Maestro Ugo Bini a dirigere
il tutto. Molti gli strumenti a fiato rispetto alla sezione ritmica.
Maschereide si connotò soprattutto per un pregevole gruppo di
maschere della Commedia dell'arte guidato da un Burlamacco mazziere
e per una schiera di majorettes. I costumi furono disegnati da Anne
e Giorgio Withe, notissimi stilisti, e l'insieme e delle maschere e
delle majorettes si mosse secondo una coreografia ideata e diretta da
Antonella Frusteri. Musicanti e rumoristi si presentarono con una montura
bicolore, giacca rossa con gli alamari dorati e pantaloni scuri, in
capo un berretto di foggia marinaresca. Maschereide, però, non
poté presentarsi alla folla del primo corso mascherato in calendario
il 22 gennaio, a causa del maltempo. La sortita fu rinviata al 29 gennaio.
Fonte:
Immagini e testi forniti da www.ilcarnevale.com