132 ANNI DEL CARNEVALE DI VIAREGGIO
LA RIPRESA
Negli anni Quaranta, terminata la guerra che distrusse Viareggio, la
città si sviluppava su un territorio urbano che aveva raggiunto
la Via Marco Polo, allora denominata Via di Camaiore. Quarantamila i
residenti. Il 9 settembre 1943 la città era stata occupata dall'esercito
tedesco e il 14 novembre era stata dichiarata "zona d'operazioni
militari". Dal primo novembre 1943 al 29 luglio 1944 aveva subito
ben cinquantasei bombardamenti aerei. Il litorale era stato minato contro
un eventuale sbarco degli eserciti alleati e i Viali a mare erano stati
sbarrati coi cavalli di Frisia. Disabitata, per lo sfollamento dei suoi
abitanti, sconvolta dalla lunga presenza di un esercito d'occupazione,
distrutta dalle bombe, fu liberata dalle truppe americane il 16 settembre
1944. Cominciò la ricostruzione. Sofferta e risoluta.
1945: il Comitato di Liberazione Nazionale ricostituì
l'Ente "ProViareggio" e al rinnovato organismo turistico fu
affidato il rilancio dei corsi mascherati. I "carnevalari"
furono chiamati a raccolta dal giornale "La Patria". Luogo
di riunione: il ristorante "Tito Schipa" in Via Foscolo. La
spinta decisiva derivò dal Corpo musicale "Giovanni Pacini"
con la richiesta al Comune e al CI-N di sostenere il rinato "Comitato
dei festeggiamenti di Carnevale". Comune e CLN destinarono al Comitato
un finanziamento sui proventi del Casinò, la cui inaugurazione
nello stabilimento balneare "Principe di Piemonte", era stata
prevista per il Carnevale 1946: il 9 febbraio. Il 20 aprile, a nemmeno
tre mesi dall'apertura, la Casa da gioco nei saloni del Principe fu
chiusa per ordine del Ministro degli Interni. La pur brevissima gestione
del Casinò portò nelle casse comunali quaranta milioni;
al Comitato dei festeggiamenti pervennero un milione e 200 mila lire.
1946: i carri per il primo corso del dopo guerra furono costruiti
ovunque fu possibile reperire uno spazio: sotto i portici del mercato
al Piazzone; fra le macerie delle case improvvisando coperture coi teloni
militari dell'esercito americano; fra le rovine degli stabilimenti balneari;
fra i muri dell'ex Casa del Fascio in Piazza Mazzini, sventrata il 18
luglio 1945 dalla deflagrazione di Villa Rigutti eletta a deposito degli
ordigni ricavati dallo sminamento del litorale; fra i resti di un edificio
a lato della stazione centrale. Il vecchio Casinò nella sede
dell'antica Reggia dei Borboni, trasformata in Municipio, e il Teatro
Pacini distrutti dalle bombe, come il Teatro Politeama del resto, nella
programmazione dei veglioni furono sostituiti dal Principe e dall'Hotel
Royal. Fu programmato un unico corso, domenica 3 marzo; il maltempo
lo rinviò al Martedì grasso, 5 marzo.
Una seconda edizione del corso, proposta per la prima domenica di Quaresima,
fu impedita un dal Prefetto che giustificò il diniego con l'acceso
clima politico per le elezioni amministrative.
1947: Venuti meno i proventi del Casinò, il Comitato
fece ricorso ad una sottoscrizione e tentò di coinvolgere soprattutto
le Associazioni ABC: Alberghi, Bagni, Commercio. Al termine di una campagna
pubblicitaria mirata a promuovere un prestito triennale, la somma raccolta
fu talmente esigua che il Comitato deliberò di restituirla.
Fonte:
Immagini e testi forniti da www.ilcarnevale.com