132 ANNI DEL CARNEVALE DI VIAREGGIO
LA SATIRA
Un primo sfogo di autentica satira politica con le mascherate in gruppo,
il corso lo ebbe assai più tardi che coi carri e coi complessi.
Ci volle l'arrivo del "Sessantotto". In passato, sia le mascherate
che le maschere privilegiarono i fatti di costume, i modi di dire, i
giochi di parole, il divertimento fine a se stesso.
1969: Con "Western all'italiana" Vittorio
Lippi presentò la contestazione come un vincente "mucchio
selvaggio" di pistoleros. Angelo Romani in "Come la cucincremo?"
immaginò la colomba della pace pronta a divenire ricetta per
più cuochi. Fabio Romani con "Anonima omertà"
accusò l'italiano che non legge la ... legge.
1973: Dopo un triennio senza una mascherata politica,
per il centenario Fabio Romani, con "Chi è che tira la carretta",
presentò una sequenza di operai reclutati come soldati e Giovanni
Pardini, in "L'italiano ottimista", accodò a un irriducibile
(o cieco) utopista una sequenza di guai.
1974: Nei "soliti noti" a capo dei governi
Angelo Romani, sotto il titolo di "I camaleonti", segnalò
degli imitatori di Stalin, Hitler, Mussolini ... Fabio Romani ne "I
padroni del vapore", segnalò gli sceicchi del petrolio.
1975: Un primo esempio di satira autentica venne da
Paolo Lazzari con "Il rilancio dell'esportazione": fascisti,
generali, preti, politicanti, poliziotti da spedire fuori d'Italia,
imballati da Burlamacco. Con "Giochi d'equilibrio" Guidubaldo
Francesconi travestì gl'italiani da foche, sul naso la pensione,
lo stipendio, il salario ... Gli fece eco Giovanni Pardini con "La
stangata", cioè la cassa integrazione. Ne "I grandi
bugiardi" Angelo Romani, in coda ai cacciatori e ai pescatori,
fece sfilare i politici e i giornalisti.
1976: Con "I mangiatutto" Angelo Romani
anticipò l'esistenza degli ingordi negli enti pubblici: Cassa
del Mezzogiorno, Rai, Anas ... Giovanni Pardini in "Fantasmi",
l'uno dietro l'altro, con un aspetto orribilmente caricaturato, portò
in corso Nerone, Napoleone, Stalin, Hitler, Mussolini.
1977: Furono tre le mascherate politiche. Tre su cinque.
"Lo spaventapasseri" di Paolo Lazzari: il proletariato che
tiene alla larga dal campo Italia famelici uccellacci. "Ilcollasso"
di Carlo Bomberini: medici inaffidabili al capezzale dell'Italia in
coma. "La ristangata" di Angelo Romani e Giovanni Mangini:
il rincaro generale dei prezzi che fa salire il "mercurio"
della ... scala mobile.
1978: Due mascherate per due denunce: "Prigioni
senza sbarre" di Angelo Romani, per la serie come è facile
lasciare il carcere in Italia" e "I dicasteri" di Giovanni
Pardini per la regola non scritta, ma praticata, dei "governanti
manovrati dai partiti".
Dopo il corso del 1979 , dedicato alla nuova ed unica
esperienza dei Gruppi (complesso più mascherata) - sfilarono
comunque le mascherate dei rioni -, con gli Anni Ottanta riprese la
tradizione delle mascherate in gruppo.
1980: "Italia,bel paese" di Angelo Romani
e Giovanni Maggini fu un accostamento dello Stato italiano al "BelPaese"
formaggio, divorato dai topi. Guidubaldo Francesconi in "La repubblica
di legno" dette ai governanti d'Italia il lungo naso di Pinocchio.
1981: Gilbert Lebigre e Corinne Roger, in "Le
colonne dell'avvenire", denunciarono la governabilità, ovunque...
garantita da decrepiti, logori dinosauri della politica. Roberto e Sabrina
Galli in "Italy zoo", chiusero nelle gabbie i governanti,
trasformati in bestioni da esposizione. Carlo Bomberini con "Vampiria
Spa" fondò la società dei salassatori; fra i soci
l'Iva, l'Irpef, l'Ilor e via... sigle dicendo.
1982: Con "Ogni moneta ha la sua poltrona",
Roberto Musetti assegnò una scala di valori allo SME, facendo
accomodare ogni moneta su poltrone, sedie, sgabelli secondo il rapporto
di cambio col dollaro. Ne "Gli spaventapasseri" Nilo Lenci
individuò i piduisti; ne "I bronzi di Riace" Carlo
Bomberini segnalò politici, facce di bronzo; in "Sagra gastronomica"
Piero Ghilarducci indicò i partiti, ingordi e avidi.
1983: Le mascherate ritornarono a essere numerose,
nove. Ma una soltanto toccò il tema politico: "La vispa
Teresa" di Roberto setti con l'Italia gentil fanciulletta.
1984: Dieci le mascherate. Due le politiche "Uccelli
migratori" di Giovanni Pardi gabbie di politicanti, pretonzoli,
soldatuco da lanciare in volo verso altre sponde e "Musica maestro"
di Piero Farnocchia, fu banda maldiretta con Craxi, De Mita, Spadolini
e via elencando suonatori.
1985: Su tredici mascherate, di cui, tre fuori concorso,
una soltanto ebbe un chiaro riferimento alla politica: "I giullari"
di Luigi Miliani, che assegnò ai partiti il ruolo di "rigoletti"
beffati dai "duchi" dell'industria e della finanza.
1986: Con "Andiamo a lavorare", Emilio Cinquini
presentò i politici italiani come de boia con la mannaia, pronti
a tagliar teste e con "Premiamo quel bottone", Rossella Disposito
li legò a dei missili da lanciare nell'ignoto.
L' ultimo Comitato lasciò alla Fondazione l'eredità di
un ragguardevole numero di costruttori di mascherate, allievi della
Scuola della cartapesta. Non tutti, anzi pochi, versati alla satira
politica.
1987: Di quattordici mascherate una appena si presentò
in corso con un soggetto politico:
"Le collegiali" di Carlo e Giorgio Bomberini che, al seguito
dell'istitutrice Nilde Jotti, mise in fila gli onorevoli, i più
noti, i leader.
1988: Su undici mascherate due s'interessarono di
razzismo e di servilismo: "Scacco al re" di Luigi Miliani,
con il re bianco vinto dai pedoni neri e "Il mistero della sfinge"
di Roberto Musetti che illustrò come il potere fosse generato
dagli adulatori.
1989: Una mascherata politica soltanto, su quattordici:
"Sedute di gabinetto" di Piero Ghilarducci, che modellò
delle teste raffiguranti i ministri in carica, scaricate ... nel water.
1990: Con "Nuovi idoli" Rossella Disposito
trasformò i capipartito in totem coloratissimi. Giampiero Ghiselli
in "I cavalieri della tavola gioconda" illustrò un
duello medioevale in Parlamento per la conquista di Cicciolina, dama
e regina; fra i duellanti anche la ... Jotti.
1991: La guerra nell'Iraq fu evocata da Piero Ghilarducci
in "A veglia nel Golfo": il Ministro degli Esteri De Michelis
con Reagan e Gorbaciov fra gli sceicchi del petrolio. Con "Gladio,
operazione merenda" Giorgio Bomberini armò di spiedo Cossiga,
in giacca ed elmetto mimetici, seguito da un Occhetto spaventato e un
Andreotti equivoco. In "Anche i ricchi piangono", Umberto
Cinquini mise in fila Agnelli e Berlusconi, Baudo e Costanzo in attesa,
davanti a un wc, occupato da Andreotti. Ne "Lagrande svendita"
Riccardo Luchini portò al mercato i busti di Marx, Lenin, Stalin,
Mao, le divise, le insegne, le bandiere dei comunismo.
1992: Riccardo Luchini in "Tutti gli uomini del
Presidente", pose Cossiga al centro di un bersaglio; a sparare,
Andreotti, Forlani, De Mita ed altri. Marco Dolfi in "Colombo 2000"
dette al navigatore genovese le sembianze di De Michelis per una riscoperta
dell'America del cinema e della Tv.
1993: La satira politica nelle mascherate ebbe un'impennata:
sette su tredici. Umberto Bossi si ritrovò nelle vesti di Pietro
l'eremita, in "Ghe pensi mi" di Giorgio Bomberini e d Goffredo
di Buglione in "La lega li lega" di Riccardo Luchini. Unico
il tema: la Crociata contro gl'infedeli, i vecchi capipartito. Il fisco
fu l'ispiratore di "Gioco pesante" di Luigi Miliani e Maria
Lami che caricarono i cittadini-cariatidi di pesanti tasse, e di "Spremute
all'italiana" di Roberto Musetti che inscenò un corteo di
donne magre, così ridotte dall'entità dei tributi indiretti.
Con "Tagli alle spese" Piero Ghilarducci escogitò l'eliminazione,
a forbiciate, dei personaggi invisi, stantii, da distruggere. In "Canzoni
di Stato" Marco Dolfi assegnò ai politici un aspetto da
topi e da papere; a tutti, non solo ad Amato ed Occhetto. In "Operazione
mani pulite" Marzia Etna inventò la "Banda dei guanti
gialli", composta da diavoli truccati da Angioletti.
Fonte:
Immagini e testi forniti da www.ilcarnevale.com